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I CALABRONI 229



coro

Antistrofe
Si tremendo ero, che tutti mi temevano: e disfatti
i nemici a me dinnante
dileguavan, se avventavo contro lor le mie triremi.
Ché né a ordire belle chiacchiere io pensavo, né a ricatti,
ma a chi meglio maneggiar sapesse i remi!
E per questo, ai Medi tante
città prese, è nostro il merito
se i tributi qui affluiscono
che i ragazzi ora carpiscono.

corifeo

Anlepirrema
Chi scrutar ci voglia a fondo, troverà che in tutti i punti
pel costume ai calabroni, per la vita siam congiunti.
Oh vedete! Innanzi tutto, non c’è al mondo alcuna bestia
più di noi fiera e irascibile quando alcun le dia molestia.
E siam pure in tutto il resto calabroni tali e quali.
Ragunati in tanti sciami, come quelli verso i fiali,
ce n’andiam, chi dall’arconte, chi dagli undici, chi presso
alle mura, e chi all’Odèo, a imbastir qualche processo:
e quai bruchi nelle celle, stiamo li, 1 uno sull altro,
quasi immobili, col capo ciondoloni. E molto scaltro
son del resto, se si tratta di scovare il necessario:
perché pungo chi mi càpita, e così sbarco il lunario.
Ma vedete! C’è dei fuchi che non hanno pungiglione,
e che intrusi fra noialtri, fan la vita del poltrone,
del tributo che noialtri ci sudammo empion la pancia.