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I CALABRONI 217



filocleone

Ma la colpa, anima mia,
è lampante! Da sé grida vendetta!

sosia

Non l’assolvete, no: ché nel pappare,
uomo non v’ ha fra i cani più egoista!
Egli, al mortaio navigando intorno,
trangugiata la crosta ha d ogni terra!

filocleone

E a me non me ne resta per tappare
i buchi della brocca!

sosia

con forza.
Condannatelo,
dunque: ché in una macchia non c’è posto
per due ladroni! E se no, sono stufo,
io, di latrare al vento, a pancia vuota;
e d’ora innanzi, non abbaio più!

filocleone

Senti, senti!
Se glie n’appioppa, di furfanterie!
Che ladrone d’un uomo! Non ti pare
anche a te, gallo? — Fa’ di si, per Giove!
A Schifacleone.
Dov’è il questore? — Dammi l’orinale!