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I CALABRONI 201



schifacleone

Ed io lo vo’ nutrir, vo’ tutti i comodi procacciargli che addiconsi a un vecchiotto;
il suo coltrone, la pelliccia, il gotto
di birra, una ragazza che gli meni
il bischero ed i reni!
Guarda il padre che non dà cenno d’intendere,
Ma mi va poco assai,
che se ne sta senza dir ài né bài!

coro

È rinsavito, quanto alle faccende
che l’avean fatto uscir pazzo. Testé
aperti ha gli occhi, e sé stesso riprende
per non avere dato ascolto a te.
Ma ora di sicuro
le tue parole
l’han bello e persuaso; e mutar pel futuro
i suoi costumi, e darti retta ei vuole!

filocleone

scuotendosi come da un incubo, prorompe
Ahimè, ahimè!

schifacleone

Coso, che sbràiti?