Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/193

190 ARISTOFANE



schifacleone

prendendo in una cestella recatagli da un servo una tavoletta
cerata e uno stilo.
Io poi, di quanto dice, mi prendo un promemoria!
Si apparecchia a scrivere.

filocleone

al Coro.
Che dite mai? Se a questo riderà la vittoria...

coro

Tutta la razza di noi vecchi, dico,
più non varrebbe un fico!
Per le vie corbellandoci,
ci verrebbero appresso,
e chiamandoci articoli
da processione, incarti da processo!

corifeo

Tu che in prò d’ogni nostro potere ti cimenti,
fa’ cuore, usa di lingua tutti gli spedlenti!

filocleone

Le mosse dal principio piglio dunque, e dimostro
come a nessun potere la cede il poter nostro.
Si dà beatitudine maggior del nostro ufficio?
E chi mai più d’un giudice campa in barba di micio?
Belva esiste terribile più di questo vecchietto?
Ad appostar mi stanno, come sguiscio dal letto,