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I CALABRONI 181



sosia

Eh, per Giove, se alle mani qui si viene, il caso-è brutto,
ché a veder soltanto i loro pungiglioni, io tremo tutto!

coro

eseguendo un movimento di danza avviluppante.
Lascia stare quell’uomo! O dirai, t’assicuro,
beate le testuggini ch’anno guscio sf duro!

filocleone

Su, colleghi dei processi, sii, feroci calabroni,
una parte, piena d’ira, piombi a lor sui codrioni:
tutto intorno l’altra avvoltili, dita e cigli a lor punzecchi!
Sosia lascia il vecchio. Dalla cima dell’altana, vólto verso
l’interno della casa, urla

schifacleone

Qui, Maciulla, Mida, Frigio! Acciuffatelo, ed ai vecchi
non cedete; o in duri ceppi stenterete la panatica:
spesso udii di frasche il crepito, e che valga so per pratica!
Sparisce dall’altana: intanto sbucano anche i tre servi chiamati,
e uno d’essi afferra di nuovo Filocleone.

coro

Se costui non lasci libero, con un colpo io già t’impiago
Lotta: i calabroni sono respinti.