Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/181

178 ARISTOFANE



filocleone

i volto alla statua di Lieo.
Tu, Lieo signore, tu eroe mio vicino, se ognora dei rei
t’allegrano, come m’allegran, le lagrime ed i piagnistei,
e sol per udirne venisti qui presso a fissar tua dimora,
e hai caro, tu sol fra gli eroi, vedere chi pianga e s’accora:
fa’ si che la scapoli adesso, ti muovi a pietà d’un vicino:
e più non t’investo la siepe di peti, né più ti ci orino!
Incomincia a calarsi per mezzo della fune. Intanto

schifacleone

si sveglia, ed urla al servo
Ehi, coso, ti svegli?

sosia

balzando dal sonno.
Che cosa succede?

schifacleone

Mi giunge all’orecchio
non so che rumore: che pensi di nuovo a svignarsela, il vecchio?

sosia

alza gli occhi e vede Filocleone appeso.
Svignarsela? Punto, per Giove! Si cala, ad un canapo stretto!

schifacleone

sporgendosi.
Oh coso, che stai macchinando? Vuoi scendere giù, maledetto?!