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I CALABRONI 143

I Calabroni furono scritti probabilmente poco dopo l’elevazione dell’ indennità giudiziaria da un obolo a tre. Scopo principale della commedia è mostrare ai cittadini d’Atene, entusiasti di quel miglioramento, come i demagoghi, illudendoli e tappando loro la bocca con quell’offa, divorassero poi quasi per intero, essi coi loro accoliti, i tributi delle città alleate. La dimostrazione svolta nel contrasto da Schifacleone, ha la precisione di linguaggio, l’aridità d’un’esposizione finanziaria. Non so leggerla senza pensare ai versi d’Orazio (Sat. I, 4, 45): Idcirco, quidam, comoedia necne poema esset, quaesivere quod acer spiritus ac vis nec verbis nec rebus inest, nisi quod pede certo differt sermoni, sermo merus. Ma questa tagliente nudità dove impressionare, impressiona ancor oggi più di qualunque acceso volo d’eloquenza. S’aggiunge e concomita col primo fine la canzonatura della mania giudiziaria che aveva sempre, invaso gli Ateniesi. E