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PROLOGO


Piazza. In fondo due case, a sinistra quella di Socrate, a destra quella di Lesina. Nell’interno di questa si scorge Tirchippide. che dorme avvoltolato in molte coperte. Lesina adagiato anche lui su un letticciuolo, si agita insonne.

lesina


Ahimè, ahimè, che affare lungo queste
notti, signore Giove! Non finiscono
piú. Quando mai si farà giorno? Eppure
ho inteso il gallo da un bel pezzo! E i servi
sotto a russare. Eh, un tempo non russavano!
Ti si pigliasse un accidente, oh guerra!
Per tante cause, e poi, perché non posso
piú castigare i servi! (Guarda il figlio) E questo bravo
ragazzo, lui, la notte non si sveglia,
ma tira peti, imbubbonito in cinque
coltri! Ma imbacuchiamoci, e russiamo:
cosa vuoi fare!


Tenta d’addormentarsi: poi si scuote improvvisamente.