Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/135

132 ARISTOFANE


Quando volto ai cavalli era ogni mio pensiero,
non potevo infilare tre parole, che m’ero
già imbrogliato. Ma ora, che distolto l’amico
m’ ha da quelli, e coi fini concetti me la dico,
coi discorsi e i pensieri, posso addurre le prove
che castigare il babbo cosa è giusta!

lesina

Per Giove,
torna prima ai cavalli! Sarà miglior partito
pagare il tiro a quattro, che a bòtte esser finito!

tirchippide

Donde m’ hai rotto il filo, ripiglio. E ti domando
questa cosa per prima. Tu mi picchiavi, quando
ero bimbo?

lesina

Si, avevo per te tutte le cure,
e cercavo il tuo bene!

tirchippide

Non è giusto ch’ io pure
di te mi prenda cura nel medesimo modo,
se cercar l’altrui bene vale picchiarlo sodo?
Perché dev’esser macero di bòtte il corpo mio,
e il tuo no? Forse libero nato non sono anch’ io?
Tragico.
Piangono i figli: e il padre non dee piangere?