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114 | ARISTOFANE |
lesina
Bene!
’ Si rivolgergli spettatori.
E voialtri, poveracci, scemi,
che ci state a far numero? Zimbelli
di noi saggi, macigni, pecoroni,
mucchi di cocci? Un inno alzo or di giubilo
per la ventura di mio figlio e mia!
Canta.
— Oh te beato, Lesina,
come saggio tu sei,
e qual possiedi figlio! —
diran gli amici miei
e quei della tribù, non senza invidia
allor che tu saprai con l’eloquenza
vincer le liti! Pria mangia un boccone!
Entra nella magione!
Entra con Tirchippide.