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98 ARISTOFANE


a Tirchippide.
Quindi, fa’ cuore, eleggi, bimbo, le mie lezioni,
e apprendi ad evitare la piazza, a girar poco
per le terme, a sfuggire brutture, a pigliar fuoco
se ti beffano, a cedere ai più vecchi il tuo seggio,
a non dar noie al babbo, né fare altro di peggio
che del Pudor l’immagine possa insozzare in te.
E non correre dietro ballerine, sicché,
mentre così t’imbamboli dietro a una gonnella,
con lo scagliarti un pomo, la brava puttanella
macchi il tuo nome. E quando parla il babbo, sta cheto,
l’età non rinfacciargli, non chiamarlo Giapeto:
pensa ch’ei t’ ha tirato su come un uccellino!

discorso ingiusto

Se tu dài retta a questo, somiglierai, bambino,
ai figliuoli d’ Ippòcrate, e ti dirà la gente
bietolone di mamma!

discorso giusto

Ma vegeto e fiorente
andrai per le palestre, non cicalando in piazza
cavilli scemi, come fa questa nuova razza,
non invischiato in qualche barbina discussione!
Ma lungi da ogni briga, nella nuova stagione,
sottessi i sacri ulivi dell’Accademia, a fianco
andrai d’un savio amico, cinto di giunco bianco,
mentre bisbiglia il platano con l’olmo, e olezzi effonde
lo smilace, ed il pioppo dalle tremule fronde.