Chi Timòteo?
MUSICA
Quel di Mileto... il Rosso! In farmi danno
tutti i colleghi superò: con lui
la melodia divenne un formicaio:
e imbattutosi in me, che derelitta
me n’andava, spogliommi, e mi diè il colpo
di grazia con le sue dodici corde. (‘)
Mentre per tanti lati Ferecrate si isola e distacca dall’indirizzo più specialmente politico ed aggressivo, per
altri sembra preannunciare addirittura la commedia nuova.
A giudicare dai titoli, dai soggetti, dai frammenti, non
avrebbero stonato nell’epoca di Menandro le tre commedie d’etère, Thàlassa, Pelale, Coriannó. E alcuni
frammenti dell’ultima si compongono naturalmente in una
scenetta di pretto sapor menandreo. Luogo d’ azione,
I’ atrio della casa di Glice, etèra. Arriva dal bagno
la padrona, accaldata e stanca, in compagnia d’un’amica,
e chiede alla figliuola (o alla schiava?) da sedere e da
rinfrescarsi. Mentre chiacchiera di cose indifferenti, giunge
la protagonista, Coriannó, anch’essa infiammata ed assetata; e Glice le fa mescer vino dalla fanciulla. Questa,
come vedremo, non riesce però a compiere in maniera
soddisfacente il proprio ufficio (Framm. 67-70):
(’) Tralascio qualche verso che mi sembra addirittura intraducibile.