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VI | PREFAZIONE |
solo nei drammi comici greci e latini sopravvissuti integri o in frammenti1, ma in tutta una serie d’opere letterarie, che, secondo ha ineccepibilmente dimostrato Ermanno Reich2, attinsero alla tradizione mimica. Altri sussidi troviamo in una quantità di monumenti figurati, tra cui devono in primissimo luogo annoverarsi le rappresentazioni ceramiche di scene fliaciche3.
II
Fra i tipi più interessanti che animarono quella originaria commedia dell’arte, va ricordato il cerretano, di cui abbiamo già fatto cenno. Un vero Dulcamara. Arrivava da lontano a corbellar la fiera; e i gonzi a sentire la sua pronuncia esotica andavano in estasi:
Se viene un medico
paesano, e ci dice: «A quel malato
dategli una scodella di tisana»,
lo disprezziamo. Ma se lo sentiamo
dir «scotella» e «disana», rimaniamo
a bocca aperta. E così via. Se dice
« bietola», e chi gli bada? Dice «pieta»?
Siam tutt’orecchi! Come se non fossero
bietola e pieta, zuppa e pan bagnato!