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LXXXII PREFAZIONE

La facoltà di suggerire con poche parole quadretti vivaci e definiti possedeva al pari dei suoi grandi rivali. Questi due «versi sembrano di Goethe: Oh sbrigati ad uscir, ché si fa buio! Porta qui fuori la lucerna e accendila. Questi altri, nel testo, dànno proprio l’immediata visione d’una mattina limpida operosa (10): Niuno avea servo, allora, né» fantesca: da sé tutto quanto le mogli faceano in casa loro. E inoltre, il grano a bruzzolo macinavan: si che di strepiti di macine il borgo era sonoro. Né soltanto suggerire, sapeva, ma esprimere anche e tratteggiare. Per esempio, nei Minatori, un giardino d’incanto (109): Sotto aerei pampani correa la loro strada, su spighi, su fittissimi fior’ di loto, su aiuole di morbide viole, su trifogli, su ciperi infusi di rugiada. Ed ecco, nella stessa commedia, addirittura un quadro. Una donna scendeva nel Tartaro per le miniere argentifere del Laurio; e, tornata a riveder le stelle, così descriveva alle compagne la felice condizione dei morti (168): Ogni cosa vedevi nuotar nell’abbondanza, e beni d’ogni specie avean qui loro stanza.