Basta!
Diciotto quello del gabbano!
Non meno pronta aveva la beffa per intere cittadinanze. Nelle Città i coreuti, vestiti in maniera da figurar
simbolicamente ciascuno una città, sfilano dinanzi ad un
illustratore, che commenta benevolmente. Passa Teno
(231):
Or Teno viene avanti,
effe scorpioni in gran numero produce, e sicofanti.
E Cizico (233):
E quell’ultima?
È Cizico, che di quattrini è piena.
Vi fui di guarnigione. Per un denaro appena
fottevo una ragazza, un vecchio ed un fanciullo;
e tutto il di’ si stava con femmine a trastullo.
Ma, direbbe il buon Diceopoli, l’eroe degli Acarnesi, anche la commedia sa dire il giusto. E chi ha così
spietatamente bollate le due prime città, intesse un elogio,
non certo disinteressato, di Chio (232):
È questa Chio, gran bella città: che navi grandi
manda al bisogno ed uomini?, e obbedisce ai comandi
senza spron, con piacere — come un buon destriere.