Lampone! Nessun biasimo, per quanto acuto, il punge
tanto, che dalla tavola degli amici stia lunge.
Per Pericle ed Aspasia fabbrica questa bella genealogia (240-241):
Sommossa ed il vecchione Crono diero i natali
all’immane tiranno
che adunator di testa (’) chiamano gl’immortali.
E poi Lussuria a lui generò figlia
Eraspasia, bagascia che di cagna ha le ciglia.
Si tratta d’iscrivere Iperbolo, il fabbricante di lucerne,
in qualche lista di pubblici funzionari?
Iperbolo? Scancellalo, segnalo fra i lumai! (196)
Si parla di Gnesippo?
Uomo non vidi mai si sciocco e vuoto! (97)
Ed ecco, per finire, una delle sue freccie più velenose
e meglio dirette. Aristofane, pur dicendo corna d’Euripide, non riusciva a sottrarre la propria arte all’influsso
del gran tragediografo. E Cratino faceva dire ad un suo
personaggio (307):!
Chi sei tu? — dimandare può qualche spettatore
di buon gusto. — Un uom tutto finezza, cacciatore
di concetti, un euripidaristofaneggiante!
(’) Cosf, comicamente riducendo l’epiteto adunator di nubi, proprio
di Giove, il poeta chiama Pericle con allusione alla suo esagerata dolicocefalia.