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I

Parecchi autori antichi han tramandato il ricordo di alcuni istrioni che sollazzavano il popolino in ogni parte del mondo greco. Essi eran distinti con nome diverso nelle diverse regioni: deikelistái (mimi) in Laconia; sophistái (virtuosi) ed autokábdaloi (improvvisatori o buffi) un po’ dappertutto; phlyakes (burloni)1 specialmente in Italia; ethelontái (dilettanti) in Tebe.

Tanto lusso di nomi non ci deve trarre in inganno. Uno era il genere, una l’arte di questi istrioni. Essi vagabondavano. specialmente per villaggi e borghi (en kómais), come ne rimase vivo il ricordo nella tradizione e nel nome stesso di commedia. Sollazzavano il grosso pubblico con lazzi, piú che altro, e buffonaggini, come si raccoglie già dal semplice significato di alcuni dei loro

  1. Cosí il nome è genialmente interpretato dal Thiele (Neue Jahrb. f. klass. Altert., 192, p. 405 sg.). Quanto ai fallofori, vedi il mio lavoro Origine ed elementi della commedia d’Aristofane. in «Studi italiani di filologia classica», XIII, 86 sg.