pompa doverono esser celebrate le reali falloforie, che
duravano ancora ai tempi d’Aristotele. A noi ne rimane
un’abbreviata ma pur vivace immagine in due caratteristiche figurazioni vascolari. Sopra due specie di macchine,
rappresentanti con ingegnosa stilizzazione il segno della
fecondità, e portate a spalle rispettivamente da sette e da
sei uomini, vediamo qui un sileno, li un altro dèmone
(fig. 29-30) che ricorda assai da vicino gli eroi cabirici;
sulla groppa del primo sta a cavalcioni un uomo, con in
pugno il corno dell’abbondanza. Sono veri e propri carri
carnascialeschi. E anche più, almeno per la sua forma,
merita questo nome il carro curiosamente rostrato e caudato, nel quale appare Diòniso in mezzo a due satirelli.
(fig. 31).
Oltre che per le strade, le falloforie si celebravano
anche nei teatri. O, almeno, questi erano la mèta delle
processioni falloforiche. 11 periegeta Semo cosi’ descrive
la cerimonia celebrata dai fallofori e dagli itifalli, due
facce, evidentemente, della medesima medaglia: «Gli
itifalli si inghirlandano, si cuoprono il viso con maschere
Aristofane - Prefazione - 4’.