Comunque sia di ciò, la parodia mitica è un elemento
essenziale della commedia popolare, dalle sue origini al
tramonto; e la commedia d’arte si proporziona ’ quella
popolare anche in simile predilezione. Più che metà delle
commedie d’Epicarmo trattavano soggetti mitici.’La commedia attica originaria, sino a Cratino, ne rigurgitava; e
sebbene se ne distogliesse un po’ nel suo momento più
strettamente politico, ad essi tornava con raddoppiato
amore nella fase posteriore del suo sviluppo. L’eco più
fedele di simili parodie è rimasta, oltre che in qualche
brano di poeti attici, sui quali torneremo, nel lepido Anfitrione plautino, e, specialmente, nelle rappresentazioni
fliaciche, spesso così evidenti, che permettono la ricostruzione d’intere scene. Vediamone qualcuna.
Ecco, per esempio, l’avventura di Giove con Alemena (fig. 19). È notte. Il nuovo, o, meglio, l’antico
Don Giovanni s’è recato col fido Leporello Ermète a dar
la scalata al verone della bella. Egli tiene la scala sulle
spalle, col capo infilato tra due piòli; Ermète impugna con
la sinistra il caduceo, e nella destra regge una lucerna.