rofonte (fig. 12), i Pigmei che lottano con le gru (fig. 13),
Ulisse che minaccia Circe porgentegli il beverone (figure 14-15), o che su due otri connessi in forma di’zattera,
veleggia, spinto dal soffio che alita dalle gonfie gote d’un
mostruoso Borea (fig. 16), Cadmo che vien meno’alla vista
d’un terribile serpente.
Questi mostricciattoli trovano poi i loro progenitori in
tutta una serie di figurine che tornano numerosissime, su
monumenti specialmente ceramici, occupate in danze dionisiache, in giuochi, in burlette mimiche. L’esempio più
cospicuo è offerto dalla famosa anfora Dummler (fig. 17).
In un arcaico vaso corinzio troviamo una processione, che
è poi come una elementare azione drammatica: il ritorno
d’Efesto in Olimpo (fig. 18).
Chi son dunque, e di dove provengono questi esseri
bizzarri? Il problema è certamente arduo, non però forse
disperato. Ed io esporrò qui apoditticamente quanto cercai
di dimostrare altrove con analisi minuta (’).
In un tempo di molto anteriore al periodo classico, e
che per ora diremo predorico, un certo numero di santuari
della Grecia furono consacrati a dèmoni che tradizionalmente si concepivano o rappresentavano sotto forme camitico-pigmaiche; quelle appunto che, a parte l’esiguità
della statura, distinguevano gl’istrioni mimici. (2)
Sopraggiunsero, invasori, i Numi olimpi; e, impadronitisi dei santuari, ridussero gli antichi signori alla condizione di loro ministri.
(’) Musica e poesia nell’antica Grecia, Bari, Laterza, 1911, p. 223 sg.
O Vedi la descrizione di Ctesia in lav. cit., p. 11.