NOTE
261
Pag. 64, v. 9. - Secondo il Bergk, olire che a (alti generali,
queste parole alluderebbero all’ambasceria di Gorgia, che, mandato pochi
mesi prima in Atene dai Leontini a chiedere soccorsi, era riuscito, coi
suoi artifizi oratori, ad ottenere venti navi.
Pag. 64, v. II.- Pindaro, in un ditirambo, aveva detto: a O fulgida e coronata di viole e famosa nei canti Atene, illustre sostegno
della Grecia, divina città » (Framm. 54, Bergk). Pare che questa lode
tornasse spontanea sulle labbra di chi voleva lusingar gli Ateniesi, orgogliosi, fra altro, delle loro viole. Nella Pace i bifolchi ricordano il. pratello di viole attorno al pozzo, e in un frammento delle Stagioni, commedia perduta del nostro poeta, un personaggio, esaltando il mite clima
d’Atene, diceva: Tu vedrai di pieno inverno cedrioli, uva, corone —
di viole, pomi estivi, per le strade un polverone.
Pag. 65, v. I. - Di chi incedesse tronfio dicevano gli Elleni
che camminava « sul sommo delle unghie ». Ma qui si parlava di persone sedute, e conveniva mutare un po’ la frase.
Pag. 65, v. 3. - Liparós, lucido per pinguedine, è l’epiteto che
i legati adulatori solevan tribuire ad Atene, ma che, secondo Aristofane,
meglio conveniva alle alici sott’olio.
Pag. 65. v. 6. - Cioè mostrò quanto male, per colpa dei demagoghi ateniesi, fossero trattate le città alleate e tributarie d’Atene (dette
senz’altro le città). così nobile causa aveva propugnata Aristofane nei
Babilonesi, rappresentati l’anno prima. La stessa tèsi sosteneva, su per
giù, nel medesimo tempo, Eupoli, nelle sue- Città.
Pag. 65, v. IO. - Al principio della guerra del Peloponneso, gli
Spartani mandarono un’ambasciata in Persia. Ma ciò fu nel 431, e!
Bancbettatori, prima commedia d’Aristofane, sono del 427. La circostanza sarà dunque inventata.
Pag. 65, v. 12. - Su quale dei due — dice il testo — cioè gli
Ateniesi o gli Spartani. Ma il luogo non è molto perspicuo.
Pag. 65, v. 15. - Al principio della guerra, gli Spartani pretendevano la restituzione dell’isola d’Egina, assoggettata nel 455 a C. dagli
Ateniesi che avevano scacciati gli Egineti, per dividerla fra deruchi
attici. Da questo luogo, che però non va esente da dubbi, sembrerebbe
che Aristofane o la sua famiglia appartenessero a codesta isola.
Pag. 65-, r. 22. - 1 coreuti dovevano pronunciar tutta d’un fiato