si rappresentavano su di una macchina portatile (encfclema). che veniva
rotolata luor della casa stessa. Qui, come si vede, il poeta giuoca a
carte scoperte. (
Pag. 46, r. IO. - Simbolo comico dell’eccessiva sottigliezza e dell’astruseria che cominciavi a prevalere nelle tragedie euripidee — come,
del resto,’ in ogni forma di poesia e d’arte. — Cfr. introduzione alle
tT’Cuootc.
Pag. 46, r. 11. - Critica ad Euripide perchè aveva introdotto
sulle scene eroi in troppo miserevole aspetto.
Pag. 47, v. 3. - Perchè stando per aria è possibile cadere e
stroppiarsi.
Pag. 47, v. 7. - Diceopoli ricorda di aver veduto, tanti anni fa,
un dramma con un protagonista straccione e cicalone; ma non gli sovviene pili il titolo: sicché Euripide è costretto ad enumerargli un certo
numero di drammi, pieni tutti di cenci e di chiacchiere.
Pag. 47, v. IO. - Eneo, re di Calidone, dopo la morte del figliuolo
Tideo, mentre il nipote Diomede era impegnato nell’ impresa di Tebe, fu
spodestato dal fratello Agrio, e dovè errare come mendico, finché Diomede tornò, uccise Agrio, e restituì il regno al nonno. Euripide aveva
svolta in un dramma questa leggenda, mettendo sulle scene Eneo vestito
appunto da pitocco.
Pag. 47, v. 13. - Figlio di Amintore. La concubina di questo,
dopo averlo inutilmente richiesto d’amore, lo calunniò verso il padre di
averla tentata: e Amintore fece accecare e imprigionare il figlio. Scoperta la verità. Amintore uccise la concubina e sè stesso; e Chirone
restituì la vista all’ innocente. Nel Fenice euripideo l’eroe veniva sulla
scena cieco, misero, lamentandosi di non aver cuore di darsi la morte.
(Framm. 813, Nauck).
Pag. 48. v. 4. - Molto note sono le avventure di Filottete. L’eroe,
sconciamente piagato, ed inselvatichito per la lunga dimora nell’ isola
deserta, non doveva certo offrire un gradito spettacolo.
Pag. 48, v. 7. - Nel Bellcrofonle euripideo l’eroe appariva precipitato dal Pegaso, azzoppito e coperto di sordidi panni.
Pag. 49, v. 5. - Tieste e Ino sono altri titoli di tragedie d’Euripide. Atamante, re di Tessaglia, credendo morta la moglie Ino, fuggita
da casa in un momento d’entusiasmo dionisiaco, sposa Temisto, da cui