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NOTE 255

NOTE 255 Pag. 43, v. 18. - Diceopoli vuole così camuffarsi per maggiormente commuovere, col miserrimo aspetto, l’animo degli ascoltatori. Scolaro in ciò d’Euripide, che, secondo Aristofane, presentava gli.eroi in misere vesti per commuovere l’animo degli spettatori. Pag. 43, v. 22. - Era leronimo poeta melico e tragediografo ineguale e disordinato, che sceglieva soggetti troppo violenti, e si serviva di maschere spaventose. Però presso lui avrebbe forse potuto Diceopoli trovare questo casco d’Averno, che aveva virtù di rendere altrui invisibile, e che, essendo cosa infernale, non doveva certo riuscir troppo piacevole a vedere. Troviamo poi anche negli scoli che questo leronimo era fornito d’una gran zazzera; e possiamo allora intendere che il Coro consigli Diceopoli a farsi insegnare da leronimo il segreto per rendersi invisibile — almeno il volto — coi capelli. Pag. 43, v. 23. - Sisifo era il mitico avo di Bellerofonte, detto da Omero (Iliade, VI, 152-155) il più furbo degli uomini. Pag. 44, r. I. - Non è necessario supporre, con lo scoliaste, un cambiamento di scena. E, in fin dei conti, immaginare la casa d’ Euripide a due passi dal luogo dove si svolge 1 azione, non offende tanto quanto veder che i coreuti, dopo s! ardenti furori, aspettino in santa pace durante la non breve sc-na fra Euripide e Diceopoli. Pag. 44, v. 4. - Il servo ha imparato dal padrone il parlare enigmatico. Pag. 45. v. 3. - Euripide vien qui biasimato perché, invece di attingere le idee poetiche dal proprio intimo, le vada faticosamente racimolando qua e là. Non accetto l’interpretazione suggerita dallo scoliaste. Pag. 45, v. 9. - L’uso di simili diminutivi è assai frequente nelle commedie aristofanee; e nel frammento anonimo sulla Commedia (c. IX) è registrato tra le fonti del riso. Pag. 46, v. 2. - Con il: « di Roccazoppa » rendo alla meglio il cliolleides del testo—della tribù colleide. Il nome di codesta tribù ricordava la parola cholós=zoppo, con allusione ai molti eroi che Euripide aveva presentati male in gamba su la scena; vedi appresso. Quanto alla formale solennità con cui Diceopoli si annunzia, cfr. Origine ed elementi, p. 184. Pag. 46, v. 4. - Per una bizzarra convenzione, gli avvenimenti che si fingeva avvenissero dentro alcuna delle case figurate sulla scena,