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240 ARISTOFANE



popolo

è intanto giunto in mezzo alla scena
’ e rivolge la parola a Vincipiazza.
Qui, Vincipiazza, oh d’ogni uomo il piti caro!
Che ben la tua cottura a me facea!

vincipiazza

E di ciò ch’eri pria tu vivi ignaro,
o che un Celeste io fossi avresti idea!

popolo

Che ero? Che facevo? Oh parla chiaro!

vincipiazza

Primo, se mai qualcuno in assemblea
dicea: « Di te son vago, o Popol mio,
t’amo, di te mi do pensier sol io »;
appena uno intonava questo attacco,
la cresta alzavi, e facevi il galletto,
tu!

popolo

Io?

vincipiazza

L’amico poi levava il tacco,
dopo averti imbrogliato!