Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/290


I CAVALIERI 179


re dei delfini, del Sunio patrono,
gerestìo di Crono
figlio, caro a Formione
e a quei d’Atene più che gli altri Superi
in questa occasione!
„. CORIFEO
bpirrema
Elogiare i nostri padri noi vogliam: di questa terra
e d’offrire il sacro peplo, come degni! — In ogni guerra
combattuta in terra o in mare, dappertutto, sempre a loro
sorrideva la vittoria; e d’Atene eran decoro!
Nell’attacco, non badavano gli avversari a numerare;
e tenea ciascun l’intrepido suo cuor nume tutelare.
E se alcuno in qualche scontro procombeva al suol riverso,
contestando la caduta, dalla polvere deterso,
si tornava ad azzuffare! Né a Cleèneto dimanda
fece alcun dei vecchi duci per avere la vivanda!
Ora invece, se non hanno primi posti e pappatoria,
si rifiutan di combattere! Noi porrem la nostra gloria
nel pugnare per Atene, per gl’ Iddii di questo suolo,
senza esigere compenso. Dimandiamo questo solo:
non vi spiaccia, se la pace torni, e i guai vengano a fine,
che forbiam le nostre membra, che lasciam prolisso il crine.
, CORO
Antistroje
Oh protettrice Pàllade,
oh tu che il tuo favore
largisci alla città che ogni altra avanza
in valore, in possanza,