giunto primo e solo nella Pnice, ammazza il tempo sbadigliando, strappandosi i peli, compiendo altre prodezze
che lo designano precursore di Barbariccia. Ha portato in
assemblea una torta condita col porro per cibarsene durante fa discussione (181). Gli fa gola, come al bifolco
di Teofrasto, una fantesca (276). Lesina si corica, la
prima notte di matrimonio, fragrante di lane, d’aglio, di
mosto (Nuvole, 55). Filocleone si comporta, nel simposio
a cui Io mena il figliuolo (Calabroni, 1425), ben più goffamente del bifolco d’Anassandride, il quale usa a tavola
espressioni da funerale (Il bifolco, I). Sogno dei coreuti
della Pace, è sollazzarsi con l’ancella quando la moglie
è al bagno. E tutti poi questi messeri nutrono un vero
entusiasmo per le cipolle e i poni, così aborriti dalI’ urbanus Orazio; simili in ciò, anche una volta, al bifolco di Teofrasto, il quale asseriva che la mirra non ha
più buon odore dei porri.
Altra caratteristica comune è la senilità. Lesina è
rimbambito dagli anni (937, etc.), Filocleone invalido
(391, 1516 etc.), Trigeo teme di doversi strapazzar troppo,
all’età sua, con Pomona (744; cfr. 359); vecchierelli
sono infine Gabbacompagno, Sperabene (353), il marito
di Prassagora (Le Donne a Parlamento, 360) e Scaracchia (Pluto, 38; cfr. 273).
Sono poi quasi tutti d’ una stupidità spesso inverosimile. Lesina dà tali prove di durezza mentale, che Socrate, scandalizzato a più riprese, finisce per levarselo
dai piedi (869). Anche Popolo, a malgrado della lode
attribuitagli dal Salsicciaio (804), la quale, del resto,
è più che altro diretta al popolo ateniese simboleggiato