In un’ altra si svolgeva il seguente dialoghetto (Eupoli,
305):
Chi m’ha svegliato? Gli pigliasse un canchero!
m’ha fatto saltar su dal primo sonno!
Già vedemmo come il ladruncolo fosse tra gli archetipi della commedia di piazza. Tendenze al furto
dimostrano anche parecchi personaggi di Aristofane, e
tra poco potremo anche apprezzare le aspirazioni del
Buffo nella farsa d’Oxyrhynchus. Intanto osserviamo che
questi ultimi tipi si direbbero congiunti come da un’aria di parentela. I tratti che li caratterizzano non sono già
rigidamente distinti: anzi senilità, rustichezza, furberia
contadinesca, spirito beffeggiatore, ghiottoneria, tendenza
al furto, salacia, sono qualità che facilmente sfumano e
s’ inseriscono l’una nell’altra.
E come le troviamo più o meno completamente riunite in Maccus, in Karagos, nel Gracioso, nel Clown,
nel Vidusaka, nelle cento incarnazioni dei vetusti autokdbdaìoi, così questi doverono accoglierle tutte in sé e
sfoggiarle a volta a volta su le piazze e per le fiere. Se
non che, quando s’ univano a recitare in parecchi, nasceva spontanea una divisione de! lavoro, si che uno di
essi esagerasse alcune di quelle caratteristiche, altre un
altro, con effetto specialmente di contrasto. così le diverse caratteristiche del tipo originario poterono a grado
a grado, mercé uno sviluppo subordinato ma personale,
informare altrettanti tipi distinti, i quali non soppressero
però affatto il tipo originario, anzi seguitarono a gravitargli intomo, facendo confluire in esso i tratti svilupAmtofane - Prefazione - 2".