Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
XVI | PREFAZIONE |
B
Che mai fece?
A
Ingozzò il babbo!
Non meno prediletto era l’ubbriacone. Platonio1 dice che Cratete mostrò primo degli ebbri sulle scene; ma io crederei che vi abbian bazzicato da ben piú lungo tempo. Eschilo ne aveva introdotti perfino in una tragedia, i Lemni; e tutta la tradizione comica antica ne rigurgita. Le allusioni all’aborrimento delle femmine per l’acqua non finivano mai (cfr. pag. 90). Uno dei motivi comici del Ciclope euripideo è appunto l’ubriachezza. La sbornia era il titolo d’una commedia di Menandro. Anche il pauroso divertiva assai. In uno dei frammenti ceramici di Tebe, ispirati senza dubbio a burle comiche, forse degli ethelontái, vediamo Cadmo farsela sotto, alla vista d’un mostruoso serpente. Lo sfoggio che fanno di simili azioni e del sentimento che le ispira moltissimi personaggi di Aristofane, ci risparmia di andare a spigolare altri esempi. Qua e là troviamo anche dei dormiglioni. I due servi dei Calabroni e lo Scita delle Donne alla festa di Dèmetra avevano degni colleghi in due commedie d’Eupoli. In una (I disertori) un personaggio diceva a un altro (51):
Oh coso, dormi? Alzati e chiama gente!
- ↑ Fragmenta comicorum graecorum, ediz. Kaibel, p. 7.