Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
36 | ARISTOFANE |
dopo sei anni, oh giubilo!, t’ho allín nelle mie terre,
sto in pace, e mando al diavolo Lamachi, affari e guerre.
Fallo, Fallo, qaant’è meglio ristoro
trovare una vezzosa boscaiòla,
serva di Strimodoro,
che in una balza aride legna invola,
prenderla a mezzo il seno, sul terreno
gittarla, e far con lei giocondo ballo!
O Fallo, Fallo,
bevi con noi, ché del notturno vino
ebbro ancor, sul mattino
di pace gusterai colmo un catino,
e penderà lo scudo sul camino.
coro
uscendo dal nascondigli.
Proprio lui, proprio lui, guarda!
Scaglia, scaglia, scaglia, scaglia!
Lapidiam quella canaglia!
Che si tarda, che si tarda?
Cominciano a scagliar sassi.
Strofe
diceopoli
Che affare è, questo? Per Ercole, romperete la pignatta!
coro
No, no, d’ammazzare coi sassi — te proprio, birbone, si tratta!
Investono Diceopoli, e con una danza avvolgente lo spingono verso sinistra.