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CANTO VI. 70. è preparazion che nell’abisso Del tuo consiglio fai, per alcun bene, In tutto, dair accorger nostro scisso?. Che le terre d’Italia tutte piene Son di tiranni; e un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene.. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta Di questa digression, che non ti tocca, ’ Mercè del popol tuo che si argomenta!. Molti han giustizia in cor; ma tardi scocca, Per non venir senza consiglio all’arco; Ma ’1 popol tuo r ha in sommo della bocca.. Molti rifìutan lo comune incarco; Ma ’1 popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: «V mi sobbarco.». Or ti fa lieta; che tu hai ben onde: Tu ricca, tu con pace, tu con senno: S’io dico ver, l’effetto noi nasconde.. Atene e Lacedemona, che fenno Le antiche leggi, e furon si civili. Fecero ni viver bene un picciol cenno (SD Se. [C] AHI XXI, 37: Si li- malo contro a Cesare, che continovo cet mihi loqui atiquiU ad le. — H- si levava in consiglio a dire contro a cito. Semini.: E se m’é lidio. — lui; e le più volle, dicea contro Sommo JEn, I: Jove summo. P<;ir. a raqione e giustizia. Cosi pareva aiDio vivo Giove (Son. 208). - Eterno l’Oilimo più forse che a Dante. GioveiSon iss). Consuona con Jeova. 43. (Lì Si bene -- Ocelli, ce 3 l8, I. <5: Avertam ocu- (SD Tuo Molli Fiorentini scrislos mtos a vobis. Psal, XXI, ii: Nec sero contro Firenze; eli Boccaccio avertit faciem suam a me. le rimprovera i suoi peccali.. (L) Accorger: vedere e giudi- 44. (D Arco: parola e opra. — care. — 5cJ.v.«o; diviso. Bocca, non altrove. (SD Scisso. Psal. LXXVI, 9: Mi- (SD Scocca Psal., CXIX, 5. 4: sericordiam suam abscindet. Aristo- Quid onpnnaiur libi ad lingunm dO’ tele (Fìs, Ut):.*fc/«.vo per separato. tosam? Saq tiae potentis ócuiae. (F) Preparazinu. PshI LXXXVIII, (F) Bocca. Eccli.. IV, 34: Non vo: Jusiiiia 1^1 judicium praeparaiin lere essere avveniatn nella lingua, e sedis tuae. Som.: Prt-uarazione al rimesso e inutile nelle opere. - Cuore fine.— ilftisso. Psal. XXXV, 7: Judicia a bocca contrapponisi e nel biblico tua abi/ssus inulta. e n^l comune linguaKgio C<’ ] Is.,, (SD Tiranni Anco la democra- XXIX. is: Ponulus iste ore suo, et Kia, nota Pietro, può tornare In ti- laOiis suis glorificai me, cor qhrannide. — Marcel, vincitore de’ lem eius Innqe est a me. Cartaginesi e de’Galli. iCn, VI: /n5i- 45 (D Chiamare: esser chiamalo. gnis spoliis Marceltus opimisO forse — Sobbarco: entro a sostenerlo, intende II nemico di Cesare. Come (SD Sobbarco. T>à&ypo. peso. dire: Osni villano si reput;i forte per..,(.,. vrft,nn r.i’.mhnii ■ rnmc cello.... aven tanto l ammo inpam- 47. (L) Few «o.* fecero.