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68 PURGATORIO LE POTENZE DELL’ARIA. Dicono che alla poesia cristiana manchi- quel mirabile, che i facitori dì preceili nel poema e nel dramma chiamano macchina; e dicono bene: che alla poesia cristiana manca il mirabile-macchina. ma quel maravìgtioso che viene dal sublime e dall’ampio dell’idea, non le manca. Senonchè a lei non è lecito perdersi in amphtìcazioni di questo mirabile, e, idoleggiandolo e facendolo materiale, snaturarlo: felice Impotenza che provvede alla dignità dell’arte e all’efficacia sua vera. Ecco, qui io pochi versi abbiamo uno di que’ concetti ove il soprannaturale penetra per il naturale; penetra ma non amplilicato e quasi rarefatto come in Omero, o in Virsilìo, il quale in ciò segue Omero, ma con intenzioni più pensale che nel Tasso, paganeggiante, per imitazione e di questo e di quello. L’angelo d’Inferno che vorrebbe l’anima di Buonconte, e, per essergli tolta, si vendica sul cadavere facendo tempesta e travolgendolo nel torrente; tuttoché paia imaginazione strana, è fondata in tradizioni religiose, che del resto credenze non sono Dante chiama il demonio quel mal Voler che pur mal chiede Con rintelleiio (i); accennando alla dottrina della Somma, che dimostra, negli angeli, s’unti o perduti, essere volontà. i[.’a/>pelito negli spiriti, buoni a no, non si dislingue in irascibile a concupisci’bile; ma rimane indiviso e chiamasi volontà (s). Ne’ demonii non è alcuna volontà buona deliberala (3); nm sempre (K) o<itinati nella malizia persistono (5). E quasi per iscusare la vendetta che piglia questo demonio dantesco contro un cadavere, mettendo a soqquadro cielo e terra, l’autore de* libri attribuiti all’Areopagita, viene e dice: Ne’ demonii é furore irrazionale e concupiscenza forsennata (6); e la Somma dichiara: Furore e concupiscenza figuratamente diconsi esserein quelli (7). A illustrare quell’altre parole mal chiede con l’intelletto viene l’auioriià della Somma che insegna come nell’uomo sia la ragione procedente per discorso, cioè deduzione e induzione; nell’angelo l’intelletto dotato d’intuito, non già neppur esso dell’intuito diretto di Dio per natura, come taluno atTermava della povera ragione umana, ma dell’intuito della verità, alla (1) Terz. 38. (5) Som., 1, 64. (2) Som., I, 59. (0) Diooys.. de Div. nom., IV. (3) Ivi, 2, 2, 5. f7) Som., 1,59. (4) 11 sempre è reso dal pur di Dante.