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CANTO V.

morii. — Sàlxi: sei sa. — Itmanellata: datomi l’.inello. (SL) Ricorditi. Anclie nella prosa d’allora. — Pia. Moglie di Nello conte della Pietra, che la uccise, dicesi, per gelosia, quand’era rettore in Maremma, dov’aveva un castello. Ella Stnese, dei Tolomei; un comenio inedito, dice de’ Salimbeni. Soggiunge: La fece un (lì giitare a terra dalla torre, sedendo ella su una finestra. Di ciò grave odio fra le due famiglie, (Jice il IN)stillalore Gaetano. Della sua morte piange forse un sonetto di Moccio Piacenti. Il Tommasi nella storia di Siena vuole che Nello la facesse gettare dal servo per isposarsi colla contessa Margherita di Santafiora: e la sposò, e n’ebbe^un figlio, Banduccia; morto in Massa nel <300. La morie della Pia fu nel 4295. L’Oiiimo: Per alcuni falli che trovò in lei, si la mcise; e seppe lo (are sì segreta’ mente die non si seppe. Però dice: Salsi colui. — Dìsfecemi. Inf, VI: Tu fosti, prima ch’io disfatto, fatto. — Quello è verso da Ciacco, questo da Pia. — Innanetlata. JEn., IV: lite rneos, prirnus qui me sibi junxii, amores Abstulit. — Disposando Nelle Vite de’ ss. Padri e nella Vita Nuova, e nel Convivio (II, 2). — Sua. Non per mandato, come il inarilo di France8ca da nìmini. Il cominciamenlo del Canto è tiralo un po’ dalla lunga, per tarsi da Virgilio consigliare la noncuranza delle dicerie: consiglio che non pare cadesse qui per l’appunto. Ma almeno V esule, nojaio più forse dalle dicerie che dalie calunnie, se lo fa porgere con parole eificaci. La similitudine delle nuvole d’Agosto non è cosi schietta e spedila come ili lui sogliono, e come il luogo portava; ma il correre e il ricorrere de’ due messaggi è bello a vedere. La mone di quel di Fano non cosi potentemente narrata come l’alira di quello da Moniefeliro. Né senza intenzione (orse e’ fa alla battaglia di Campaldino, dove assaggiò atioh’egli il sangue, seguitare un’operazione diabolica. La piena del nume è dipinta come una battaglia; e il verso: Poi di sua preda mi coperse e cinse, ricliiama, anclie Dell’empito de’ suoni: itlidiique vadis atque agqere cingit arenae. Ma a Virgilio anima all’ètiuosa pur tanto, non era daiu pensare quest’altro, ispiralo veramente da Dio: Che del desio di sé veder ne accora II giuro: per quella pace Ch’io credo che per voi tutti s’aspetti, ricorda la riconoscente parola della donna dannata: Se fosse amico il re dell’universo. Noi pregheremmo lui per la tua pace; ricorda la risposta di Dante a frale Ilario: pace/; ricorda il detto di Cacciaguida: E venni dal martirio a questa pace; ricorda l’esclamazioni; negli altissimi del Paradiso: Oh vita intera d’amore e di pace t Ma il lungo Ohi in cui prorompono le anime purgami non è cosi roco, che non ci si senta della celestiale armonia.