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<30 PURGATORIO o^^rvTo v. ARGOUENTO. S’incontrano in altri negligenti a pentirsi, e morti di morie violenta: gli parla un Fanese, wi Monte feltrano, ima donna di Siena. Il Canio spira serena malinconia: de’ più belli dell’intero Poema. Nola le terzine 1; 2 alla 6; 8, 9, 10, 13, lì, 15, 17; 19 alla 22; 26 alla 28; 30 alla 33; 38 alla fine. ’. 1 era già da quell’ombre partito, E seguitava l’orme del mio duca; Quando, diretro a me drizzando il dito,. Una gridò: — Ve’ che non par che luca Lo raggio da sinistra a quel di sotto, E, come vivo, par che si conduca. —. Gli occhi rivolsi al suon di questo motto, E vidile guardar per maraviglia Pur me, pur me, e il lume ch’era rotto.. — Perchè l’animo tuo tanto s’impiglia (Disse ’1 maestro), che- l’andare allenti? Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?. Vien’dietro a me, e lascia dir le genti. Sta come torre ferma, che non crolla Giammai la cima per soffiar de’ venti.. (L) iVo«: sella ombra.— A;i.?of(o. (F) Impiglia. Dino: Imvigliano Salivano, Dame dietro più basso. le raqinni. Som: Animos tiominum (SD Sinistra. Se volli a Levante, impUceni vanitati et falsitati. avevano il sole a sinistra (Purg. Ili, S. (F) Torre Conv., Il, 2: Quello l. 30): ora ripigliando il cammino amore il quale teuea ancora la rocca devono averlo alla destra, e a sini- della mia mente. Per indicare ctie le slra l’ombra del corpo, riccliezze nulla possono sulla virtù,. (L) Rotto dall’ombra. dice in una canzone: Né la diritta lor. (L) Impiglia: confonde. — Pispi- re Fa piegar rivo che da lungi corre. <jlia: bisbiglia. Vite ss. Padri, II, stg: Rocca della