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CANTO III.. Per ogni tempo ch’egli è stato, trenta, In sua presunzion; se tal decreto Più corto per buon’prieghi non diventa.. Vedi oramai se tu mi puoi far lieto Revelando alia mia buona Gostanza Come m’ha’ visto, e anco esto divieto. Che qui per quei di là molto s’avanza. —. (L) Trenta: slar fuori Irenla volle il tempo ch’egli è sialo in sua presunzione. — Prieghi. Suffragi ue’ vivi. (SL) Trenta Costruito intricato. — Buon. Purg, IV, l. 45.. (L) Quei: i vivi. — Avanza: guadagna di Grazia. Sul principio del Canto è confessala e dall’inscienza di Virgilio e dalle parole sue espresse, l insulìicf nza della ra«ione a conoscere la venia pienam(!nle: nella line, è professala come ragionevole, la «Tedfnza alla necessiia d’una espiazione, che, al <ii là della vita, ci renda degni «iella beaiiludine prima; e late necessità è posta accanto al concetto della bon’.à infinita d> Dio, anzi questo Citncetlo è argomento alla ragionevolezza di quella credenza. Virgilio, nell’eletto su<! siile, non avrebbe d«ito stare al quia: ma questa di Dame è commedia; e pare ch’egli, usando qui un modo famigliare ira i tanti nubilissimi del presente Canio, intenda all’ingegno umano insegnare umiltà, cosi come Virgilio qui slesso a lui insegna dociliià. Siccome in questa Cantica il senso morale è più puro, cosi l’osservazione della natura esteriore è più nuova insieme è più lieta e più variata. Col salire del monle. il Canto si leva e si appura E anco le osservazioni della natura morate, significala dagli alti esteriori della persona, qui si fanno più e più pelleerlne, senza punto perdere verità; ch’anzi laseinpliciià aggiunge ad «sse bellezza. Diresti che nelf Inferno il Poeta tiene più degli spiriti Ialini ed etruschi, nel Purgatorio de’ fireci. degli Orieniali nel Paradiso Le ultime terzine del Canto, per quel che concerne tostile, son di minore bellezza. Ma non è senza bellezza (forse inavverlila a lui stesso) il collocare cotesto re Tedesco, reo di peccali orribili, tra due suoi famigliari B^lacqua e Casella; lutti e tre musicanti.