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CANTO n. 33 « Un lume per lo mar venir sì ratto. • (T. 6.) Descrive una nuova straordinaria celerità, sì che nessun volo le sìa pareggiabile. Infatii, secondo la differenza di longitudine tra Roma e Gerusalemme, diiTerenza che Dante faceva di men di due ore, e se- condo la posizione del Purgatorio diametralmente opposto a Gerusa- lemme, e' non poteva computar minore di 155 gradi, in arco di cer- chio massimo, il viaggio dalla foce del Tevere, all'isola dov'è il monte Santo; ch'c lo spazio di miglia italiane novemila e trecento. E Casella lascia intendere eh' e' son venuti dall'una all'altra riva forse in men tempo di quel che occorre per leggere la pittura del loro venire. « Da tutte parti saettava il giorno. • (T. i9.) Il sole, essendo nel principio della costellazione d'Ariete , sorgendo con questa, conveniva che fosse levata tutta la costellazione de' Pesci, che, in ordine al molo generale delle sfere celesti, precedeva all'altra nell'apparlre sull'orizzonte: e siccome con tre costellazioni gìungesi dall'orizzonte al meridiano, ne segue che il Capri«;orno , la terza co- stellazione, precedente al principio d'Ariete, era già pervenuta al meridiano. Essendo la costellazione del Capricorno la più australe delle zodiacali, era poco distante dal polo dell'orizzonte sul quale si figura collocalo il Poeta. Dunque sta bene che il Capricorno sia sor- preso dal dì nel mezzo del cie?o; perché nel linguaggio astronomico si chiama mezzo del cielo il punto del meridiano, che corrisponde al polo superiore di un particolare orizzonte, essendo veramente un tal punto il mezzo della superficie dell' emi^^f ero celeste, determinato da quell' orizzonte. Le saette conte del sole sono i suol raggi fulgidissi- mi ; i quali togliendo il Capricorno alla vista del Poeta, questi effica- cemente dice che il sole aveva cacciala di mezzo il cielo la delta co- stellazione. DA^'TE. Purgatorio,