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14 PURGATORIO 4i. Venimmo poi in sul lito diserto die mai non vide navicar sue acque Uoai che di ritornar sia poscia esperto. 45. Quivi mi cinse, sì come altrui piacque. Oh maraviglia! che qual egli scelse L'umile pianta, cotal si rinacque Subitamente là onde la svelse. 45. (L) Lagrimose di penitenza. — Color di sanila e di virlù. 44. (SL) Vide. Mn., Vili: Mlraniur et undae... innare carinas. GeorR., II : Casus abies visura marinos. 4S. (L) Altrui: Catone. (SD Maraviglia. Georg., Il: Mi- rabile dieta/ rrudilur e sicco radix oleagina Ugno, La seconda a non pochi pare delle Ire Cannelle la più bella; cerio è la più mite e serena; quella, dove l'in- gepno e l'animo di Danle, ira le noc- inorio, lullavia fresche, della giova- nezza, e le non appassile speranze, Ira gl'impeli della fantasia e i riposi ardui della mediiazione, si trovava- no composli in più tranquilla armo- nia Il contrapposto coirinferno, ren- de il Purgatorio più bello: e quel dolce coloredel cielo, quell'aura mat- tutina che fa splendere di lume tre- mulo le acque, quel giunco schietto elle cinge risoleiia, quella rugiada, e ogni cosa, sembrano come, dopo i rigori del verno, l'alilo di primavera. lì a me bellezza, delle più rare il verso : Noi andavam per lo solingo piano. Il Poeta presago vuole a ogni modo popolali gli antipodi, e ivi col- loca il regno della speranza. Facendo col Salmo cantare alle anime liberale in exitu Israel, egli non prevedeva che ai perseguitali d'Europa sarebbe rifugio di libertà quella terra, e poi nido di schiavitù disumana; (piella terra che avrebbe, due secoli dopo scoperta, il discenderne di quegli uo- mini i quali e' voleva spersi dal mon- do; e il re di Spagna in coleste servì fedelmente l'esule (ìorentino. Per quanto s' aguzzr l'ingegno a scoprire un simbolo in Catone suicida e in Marzia sua moglie; il concetto non lascia d'essere strano. Ma almeno è prova ch'egli era uomo da ricono- scere una qualche virlù anco nei ne- mici di Cesare e di sua parte. B il cenno di Marzia, cenno che rammen- ta la preghiera in cui Beatrice pro- mette a Virgilio dì lodarsi a Dìo di lui in grazia dell'aiuto da porgere a Danle; quel cenno ha bellezza mo- rale, perchè tocca gli affetii dome- stici, di cui, più che le altre, quesia Cantica e consolala. Le parlale di Ca- tone e di Virgilio, lunghe olire al solito; ma la seconda ha per iscusa l'afTeito. Mire bellezze morali sono l'ima- gine del vecchio amabilmente di- pinta ; e i tre atti d'umiltà a cui l'al- tero Poeta s'inchina: l'inginocchiarsi a Catone, il porgere le guance lagri- mose a Virgilio che gliele lerga, il cingersi della cedevole pianta la fronte, egli che si farà dire fra poco Sia come torre.