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98 PURGATORIO altre visioniJl Purgatorio è una valle lioritau); e in Gregorio: Varcato il ponte, erano pratetli belli e verdeggiami, adorni d’odoriferi fiori, dove parevano essere adunanze di uomini vestiti di bianco. Tanto in quel luogo era un odore di soavità che i quivi camìnanlì e abitanti della stessa fragranza della soavità si nutrii ano (2). Nell’Eliso fii Virgilio; Pars in gramineis exercent membra palaestris, e altrove: Conspicit ecce alios dextra laevaquae per herbam Vescenus, laelumqae ctinro Paeann canentes 13). come qui Salve, lieqina. eh.; non senza perchè dal Poeta tra chiamala regina, e opporiunamenie invi e ita, siccome quella dal cui grembo tra poco verrebbero gU angeli a f Jgare la ieY: insidiarne alla valle. E bene alle anime purgami si convenivima le parole della orazione alleliuosa che dice: madre di misericordia, vita, dote zza e speranza nostra: a te chiamiamo esuli figliuoli d’Eva, a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valfe di lagrime... Oli clemente, oh pia, oh dolce vergine... dà a noi virtù contro de’ tuoi nemici (4). Il sentimento cristiano e l’imaginazione pagana s’uniscono come.«pirìla a corpo e formano lutl’una vita. E siccome in Virgilio Museo dee ad Enea e e alla Sibilla: Nulli certa domus lucis abitamus opacis, Riparumiiue toros et prata receniia rivis Incolimus: sed vos, si feri ita corde volunias. Hoc superate jugum, et fàcili jarn tramite sistam (5); così SurdeTo, pneia come Museo, e un po’ de’ tempi eroici, appunto come Museo da Virgilio è dello heros, dice: Luogo certo non c’è posto... Per quanto ir posso, a guidn mi l’accos^to, e Sordello è chiamato qui il Mantovano, si per ricordare il Mantova del precedente Canto interrotto dal [irorompere dello sdegnoso dolore, e si per dichiararci i4 valore di quel verso che pare ozioso: E li parenti miei furon lombardi, E mantovani per patria amendui i6), come dire: la mia origine e materna e paterna è nobile e perchè da quell^ città ch’ebbe colle etrusche comune l’origine e gli statuti (T). Mus«o accompagna Enea lino all’alto del colle, poi lo lascia scendere nella valle a’ colloquii del padre; il padre dopo le prime accoglienze, e dichiaratogli il destino delle anime nella valle rinchiuse, Natnmque, unnque Si~ byllam, Convenius truhit in medios turbamque sonanieiu; Et lumulum capii, Wide omnes tango ordine possit Adversos tegere, et venientum disvere vultus (8). Sordello, latti avvertiti i Poeti che durante la notte non potrebbero salire al monte, al quale può scorgere sola la luce del vero sole che è Dio, Pregati pur che il bel pie li prema o ga torio del cristiano. Onde Danio Par., tocchi. Meglio però mille odori che co- XIII): Li si cantò non Bacco, non Pcalor mille, sotto un’elee sola. E il suono na, tua tre Persone..^ petrarchesco è qui più dantesco che (4) I Bollandisti (I, 903): Le suore nel verso di Dante e anche qui le rime cominciarono in coro a cantare le lita. egra e ocelli, come in Dante acna, nie della B. Verginee l’ami fona Suìse, hanno dissonanza dalla leggiadra ima- Regina, percfié gli era sabato. Disse gine; lascianiio slare il pregare de’ dunque la divina madre: questo conliori ch’altri li prema. cento delle mie litanie e dell* antifona (1) 0/.anam, pag. 364. Salve, Regina, mi è molto accvttissimo, (2; [C] Simile in una visione re- (5) ^n., VI. cala da Beda. (6) luf, I, (3) iEn., VI. Altrove nell’Eliso (7) All’incontro Virgilio: Gcnus stesso: Pars pcdibus plauilunt choreas: huic materna superbum Nobilitas daet Qarmina dicunt. Sempre più mate- bat,inccrtumdc patre ferehat (.En. XI). riale l’Eliso del pagano, anco del Pur- (8).En., VI.