Pagina:Commedia - Purgatorio (Tommaseo).djvu/100

82 PURGATORIO BEATRICE. — SORDELLO. — V ITALIA. Il Canio incomincia dal giuoco de’dadl che piglia ben ire terzine; e, passando per l’anima d’un assassino, Gliino di Tacco, e d’una ducliessa di Brabanle, sale sul monte alia luce di Beatrice, e quindi scende all’Italia, e 6nisce contro Firenze con una delle solile ironie accoratamente feroci. In mezzo al calore del resto, Riunge più penetrante la freddezza del cenno alla donna di Brabanle che ammendi il suo misfatto Sì che però non sia di peggior greggia^ e più quindi risalta l’imagine di Quella... che lume fia tra ’l vero e l’inleUello. Omnis manifestano fit per lumen {i). È Aristotele stesso: Cosa astratta dalla materia non può da alcuna scienza nniurale essere contemplala (S), E però la questione dell’efficacia della preghiera, in quanto ne pare mutalo il consiglio divino, Virgilio la serba da risolvere a Beatrice, che nelle rime è chiamala nobile intelletto; & nel Convito, Sapienza ftticissima e snprema(5): e ivi slesso di lei: Negli occhi di quella donna, cioè nelle sue dimostrazioni, dimora la verità; queste parole rammentano quelle di Cicerone, le quali Dante poteva leggere e in Cicerone e in più autori al tempo suo conosciuti: Vedi la forma stessa è Quasi la faccia dell’onestà, che, se con gli occhi fosse veduta, maravigliosi amori, come dice Platone, ecciterebie verso la sa^ pienza (4).

desiderio che Dante dimostra di tosto salire alla visione di Beatrice richiama

al pensiero le parole d’Enea alla Sibilla: /re ad conspectum cari gènitqris et ora Contingat: doceas iter, et sacra ostia pandas. lllum ego per (ìammas et mille sequentia tela Erìpui his humeris, rnedioque ex oste re~ cepi: ìlte meurn comitatus iter, maria omnia mecum, Aique omnespelagique minas coelique ferebat Invalidus, vires ultra sortemque senectae. Quin, ut te supplex peterem, et tua limina adirem. Idem orans mandata dabat. Natique patrisque. Alma, precor,miserere... {H). Le quali parole rammentano e quelle con che si conchiude il terzo libro, ove Enea piange la morte d’Anchise, e il principio del quinto, e ivi slesso la visione del padre che gli consiglia venire a’ suoi colloqui nell’Eliso. SifTaite preparazioni nel poema virgiliano ebbe in mira e segui nel suo l’Allighieri; senonchè guida a Enea è sola la Sibilla e per il mondo dolente e per le sedi beale: a Dante per le due regioni deirimmorialita, Virgilio, poi lassù, Beatrice. Che se la pietà (1) Som., i, 64. dì sopra t’n su la vetta Di questo monte, (2) Arisi., par. an., I. rìdente e felice. (3) In questo Canto: Tu la vedrai (4) Cic, de OIT., I. (5)^n.,VI.