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COMMENTO DEL LANEO

PROEMIO COMUNE AI CODICI E ALLA VINDELLINA

L’autore in questa seconda parte della presente Commedia intende trattare dello stato delle anime partite dalli suoi corpi li- bere dalla perdizione infernale, non però libere da alcune colpe, per le quali innanzi ch’elle va- dano alla gloria di vita eterna, si convegnono purgare con alcune pene, acciò che niuno male rima- gna impunito. Circa le quali colpe è da notare che ’l può essere commesso peccato in due modi: l’uno è detto mortale, e l’altro veniale. Lo mortale si è quello che, quando r uomo lo commette, elli del tutto s’abandona con la mente e arompesi dall’ordine virtudioso, il quale tende a Dio sicome ad ultima e diretta felicità; del quale si è per pena dato a quelli lo inferno, e quelle pene di che è fatto menzione; imperquello che hanno

adoperato peccato mortale conira Dio che è sempiterno, si sono penati sicome è scritto nel Psalmo: Tu reddes unicuique secundum opera sua; e santo Matteo VII dice: Discedite a me omnes qui operamini iniquitatem. Lo veniale si è quello che quando l’uomo lo commette li rimane alcimo ordine virtudioso nella mente, e con alcuno rimordimento di coscienza non si abbandona da Dio; de’ quali si è per pena datoli lo luogo del Purgatorio da Dio con quelle pene e a tempo che le sue colpe commensurano, sicome è scritto in Isaia: In mensura centra mensuram cum abiecta fuerit iudicabis eam. J^ perchè la presente parte hàe solo a trattare di quelle anime che sono libere da perdizione inferitale, s) tratta l’autore di quelle pene che