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del ditto arbore, lassò legato a lei; cioè al ditto arbore. Et in questa parte si dè intendere la storia che si legge ne le istorie scolastiche, cioè che, poi che Adam fu cacciato del paradiso et avea fatto molti filliuoli, infermò; et, essendo gravemente infermo sì ch’elli ne morì, mandò Set suo filliuolo al paradiso delitiarum che li arrecasse un poco dell’olio de la misericordia di Dio; e giunto, l’angiulo che guardava il paradiso vietatoli lo intrainento, lo dimandò quel ch’elli volea. Et esposta la sua imbasciata, li rispuose che non era anco tempo, e prese uno ramo dell’albore ditto dinanti, e diedelo a Set, e disse: Quando Adam, tuo padre, che dè morire di questa infermità, serà morto e sepulto, pianta questo ramo in sul capo suo; e quando questo ramo serà sì cresciuto che farà frutto, allora arà Adam de l’olio de la misericordia di Dio; e Set tornato, trovato morto Adam, così fece. Questo ramo piantato creve in arbore e mai non fe frutto, se non a la passione di Cristo: imperò che, come volse Iddio, d’uno ramo di questo arbore e d’altro legno fu fatta la croce di Cristo, et in su quello ramo pendette sì dolce frutto, come fu lo corpo del nostro Signore Iesu Cristo; et allora Adam e li altri santi Padri ebbeno l’olio de la misericordia: imperò che funno cavati del limbo, e menati da Cristo in vita eterna; e però bene dice l’autore che quil timone era di quello arbore: imperò che la croce di Cristo fu fatta di quello arbore. E veramente la croce è lo timone de la santa Chiesa, et in segno di ciò sempre la santa Chiesa1 si manda innanti sì fatto gonfalone; e veramente Cristo ricongiunse con la sua obedienzia e rilegò la santa Chiesa per mezzo de la sua croce e passione all’arbore de la notizia del bene e del male; cioè de la Grazia Divina. Unde a noi viene la notizia del bene che debbiamo seguire, e del male che debbiamo fuggire.

C. XXXIl — v. 52-63. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come quello arbore, dove Cristo legò lo timone del carro, remisse2 le suoe follie e rivestittesi che prima era spolliato, dicendo così: Come le nostre piante; qui induce una similitudine de le nostre piante a quella quando è la primavera, e però dice: Come le nostre piante; cioè quelle che sono apo noi nel mondo, quando casca Giù la gran luce; cioè quando tramonta lo Sole, meschiata con quella; cioè con quella costellazione, Che; cioè la quale, raggia; cioè risplende, dietro a la celeste lasca; cioè di rieto a quil segno che si chiama Pisces: lasca è una specie di pesci che si trova nel lago di Perogia; pria quando lo Sole è in Ariete tramonta lo segno che si chiama Pisces, e poi Aries quando si fa sera, e però non vuole dire altro, fatta questa descrizione del tempo, secondo Astrologia, se non

  1. Ammenda del Magl. da — si manda — a — Chiesa per
  2. C. M. rimisse