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sione a la contemplazione de la santa Teologia. E finge che da la contemplazione fusse rimosso, perchè seguitasse oltra nel suo poema: imperò che non era anco da fermarsi: imperò ch’elli era anco viatore e non comprensore.
C. XXXII — v. 10-27. In questi sei ternari lo nostro autore finge che la processione, veduta da lui venire in verso l’occidente, mossa dall’oriente, poi ch’elli fu volto da la sua sinistra, vidde volta in sul destro ritornarsi adrieto, inverso l’oriente, dicendo così: E la disposizion; cioè e tale disposizione e sì fatta, che al veder ee; cioè caente è1 al vedere, Nelli occhi pur testè dal Sol percossi; cioè nelli occhi che abbino di nuovo ragguardato la spera del Sole, che sono abballiati e non possano vedere alcuna cosa se non bianco e giallo2 o d’altri colori, così fatta venuta alli occhi miei per lo ragguardare fiso lo volto di Beatrice, Senza la vista alquanto; cioè tempo, esser mi fee; cioè fece esser me Dante sensa ’l vedere quella così fatta disposizione. E per questo dà ad intendere che lo nostro ingegno non è capace de lo intelletto spirituale de la santa Teologia, e che viene meno a tale intelletto. Ma poi ch’al poco; cioè lume, il viso; cioè la vista mia, dice Dante, riformossi; cioè tornò in sua forma et in suo essere; e per salvare lo suo ditto dichiara come lo intende: imperò che li occhi suoi tornonno a ragguardare lo Sole e li candelabri accesi che procedevano la processione; lo quale splendore reputa picculo a rispetto di quello de la faccia di Beatrice, e però dice: (Io; cioè Dante, dico al poco; sensibile, cioè splendore che per li occhi è atto ad essere sentito, et appresso sensibile è ciò che per li sensi si comprende; et appella poco splendore quello del Sole e dei candelabri, per rispetto al molto Sensibile; cioè quello della faccia di Beatrice, unde; cioè dal quale sensibile; cioè dal quale splendore, a forza mi rimossi; cioè io Dante, che non me ne sapea partire) Viddi ’n sul braccio destro esser rivolto Lo glorioso esercito; cioè la processione, la quale finse di sopra essersi partita dal legno de la notizia del bene e del male, e venuta in verso l’occidente, a figurare lo descenso dei nostri primi parenti e de la loro posterità da l’obedienzia del comandamento di Dio; dice ora volta in sul braccio destro per ritornare in verso l’oriente a la ditta pianta, per figurare lo ritornamento che fece Cristo quando venne nel mondo che insegnò a ritornare a l’obedienzia con la sua obedienzia in fine a la morte de la croce; racconciliando3 l’umana natura a Dio Padre, fece volgere l’umana generazione dall’occidente, che significa lo perdimento de la grazia, all’oriente che significa lo racquistamento de la grazia, volgendoci a la destra, cioè a la via de