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C A N T O X X X I I.
1Tant’eran li occhi miei fissi et attenti1
A disbramarsi la decenne sete,
Che li altri sensi m’eran tutti spenti;2
4Et essi quinci e quindi avean parete3
Di non caler: così lo santo riso4
A sè tirolli co l’antica rete;5
7Quando per forza mi fu volto ’l viso
Ver la sinistra mia da quelle dee,
Perch’io udi’ da lor un: Troppo fiso.6
10E la disposizion che al veder ee7
Nelli occhi pur testè dal Sol percossi,
Senza la vista alquanto esser mi fee.8
13Ma poi ch’al poco il viso riformossi9 10
(Io dico al poco per rispetto al molto
Sensibile, unde a forza mi rimossi)
- ↑ v. 1. C. A. Tanto eran
- ↑ v. 3. C. A. Che tutti gli altri sensi m'eran spenti;
- ↑ v. 4. C. A. avien parete
- ↑ v. 5. C. A. Di non calare, così ’l
- ↑ v. 6. C. A. traeali con
- ↑ v. 9. C. A. da lor: Non troppo
- ↑ v. 10. Ee; voce intera della terza persona singolare, risultante dall’essersi detto nella seconda tu ei, come bee da tu bei ec. E.
- ↑ v. 12. Fee; terza singolare del perfetto, alla quale fu aggiunta un’e per uniformità di cadenza, come in amoe, temee, udie. E.
- ↑ v. 13. C. M. rifermossi
- ↑ v. 13. C. A. il viso non fermossi