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758 | p u r g a t o r i o x x x i. | [v. 13-21] |
fusse dischiusa; cioè missa fuori. Pogo sofferse; poi; cioè Beatrice poi che ebbe ditto le parole ditte di sopra, disse; Beatrice a me Dante: Che pense; cioè tu, Dante, che non rispondi? Risponde a me; a quil ch’io t’abbo ditto, che le memorie triste; cioè dei peccati che fanno l’omo tristo; cioè aver tristizia e dolore quando se n’arricorda, In te; cioè Dante, non sono ancor dall’acqua; cioè di Lete offense; cioè mandate via et annullate.
C. XXXI — v. 13-21. In questi tre ternari lo nostro autore finge come, confortato che dovesse rispondere da Beatrice, ancora rispuose confessando. Dice così: Confusion; cioè de la mente, che venia da vergogna, e paura; che procedea da la pena, che merita la colpa del peccato, insieme miste; cioè insieme meschiate, Mi pinser un tal Sì; cioè una tale affermazione; cioè sì debilmente proferta, fuor de la bocca; cioè mia, Al qual; cioè Sì, intender; cioè acciò che fusse inteso, fur mistier le viste; cioè fu bisogno ch’io chinasse lo capo, che è segno d’affermazione. Come balestro frange; cioè rompe, quando scocca Per troppa tesa; cioè che scocca per sè, che non può sostenere la sua tesa, la sua corda e l’arco; et a questo modo scocca, cioè rompendo, E con men foga; che non farebbe, se non si rompesse, l’asta; cioè de lo stralo, il segno tocca; cioè la mira, dove si balestra, Sì scoppia’ io; ecco che adatta la similitudine; cioè così scoppiai io Dante, sottesso grave carco; cioè sotto lo grave carco, ch’io avea del mio fallo et errore, Fuori sgorgando lagrime e sospiri; cioè mandando fuori delli occhi lagrime, e sospiri de la bocca: le lagrime descendeno dal celebro, e li sospiri vegnano dal cuore, che sono li principali membri l’uno de la vita, e l’altre de lo intelletto e del senso, E la voce; cioè mia quando rispondea, allentò per lo suo varco; cioè per lo luogo unde valicava sì, che venne meno; e però fu bisogno l’atto di menare lo capo. Ecco che1 ben è dimostrato che avesse grande contrizione del suo peccato.
C. XXXI — v. 22-30. In questi tre ternari lo nostro autore finge come, di po’ la sua confessione, Beatrice subiunse la riprensione del suo sviamento, dicendo così: Ond’ella; cioè per la qual cosa ella, cioè Beatrice disse, s’intende, a me; cioè Dante: Quai; cioè quali, fossi; cioè rompimenti di vie, attraversati; per traverso de la via: imperò che li fossi da lato a le vie non rompeno le vie; ma sì quelli da traverso, o quai catene; cioè ritenimento2 che ti tenesseno impacciato e legato, Per entro i mie’ disiri; cioè per mezzo dei miei desidèri, cioè desidèri che avei inverso me, Che; cioè li quali desidèri, ti menavan ad amar lo Bene; cioè sommo e perfetto, Di qua dal qual: cioè bene, non è a che s’aspiri; cioè non