76E come la mia faccia si distese,
Posarsi quelle prime creature
Da lor apprension l’occhio comprese;1
79E le mie luci ancor pogo sigure
Vidder Beatrice volta ’n su la fiera,
Che è una sola persona in du’ nature.2
82Sotto ’l suo velo, et oltre la rivera
Vincer pareami più sè stessa antica
Vincer, che l’altre qui, quando ella c’era.3
85Di pentir sì mi punse ivi l’ortica,
Che di tutte altre cose qual mi torse
Più nel suo amore, più si fe nimica.4
88Tanta ricognoscenzia il cuor mi morse,
Ch’io caddi vinto, e quale allora femmi,
Salsi colei che la cagion mi porse.5
91Poi quando il cuor di fuor virtù rendemmi,6
La donna, ch’io avea trovato sola,
Sopra me viddi, e dicea: Tiemmi, tiemmi.7
94Tratto m’avea nel fiume in fin la gola,8
E tirando me, dritta se ne giva9
Sovr’esso l’acqua, lieve come spola.10
97Quando fui presso a la beata riva,
Asperges me sì dolcemente udissi,
Che io nol so rimembrar, non ch’io lo scriva.11
100La bella donna ne le braccia aprissi:
Abbracciòmi la testa, e me sommerse,
Onde convenne ch’io l’acqua inghiottissi;
- ↑ v. 78. C. A. Da loro apersion
- ↑ v. 81. C. A. Che è sola una persona in due
- ↑ v. 84. C. A. Veppiù, che l’
- ↑ v. 87. C. A. più mi si fè
- ↑ v. 90. C. A. la ragion
- ↑ v. 91. C. A. il cor virtù di fuor
- ↑ v. 93. C. A. Sopra mi vidi,
- ↑ v. 94. C. A. infino a gola,
- ↑ v. 95. C. A. E tirandosi me dietro sen giva
- ↑ v. 96. C. A. come stola.
- ↑ v. 99. C. A. Che nol so