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744 | p u r g a t o r i o x x x . | [v. 100-108] |
Consolazione, come è stato assegnato di sopra; e però dice l’autore che innanti al canto delli angiuli che cantonno: In te, Domine speravi, elli era agghiacciato nel cuore per paura de la Divina Iustizia, udita l’aspra riprensione di Beatrice. Ma poi che ’ntesi; cioè ch’io, cioè Dante intesi, nelle dolci tempre; cioè nei dolci canti che feceno li angiuli, dicendo le ditte parole, Lor; cioè li angiuli, compatir1 a me; cioè aver compassione a me Dante, più che se detto Avesser: Donna; cioè a Beatrice, perchè sì lo stempre; cioè perchè sì lo rompi: imperò che con coteste aspre riprensioni tu l’arrechi a disperazione e rompi la sua costanzia? Lo giel; cioè la paura, che m’era; cioè la quale era a me Dante, intorno al cuor distretto; per le parole di Beatrice, Spirito et acqua fessi; cioè si convertitte in fiato et in lagrime per la speranza che mi venne de le parole angeliche, e con angoscia; cioè con dolore de la mente, Per la bocca uscì del petto; lo spirito per lo2 spirito, e per li occhi uscì del petto; l’acqua, cioè le lagrime. E per questo dà ad intendere l’autore, secondo l’allegorico intelletto, che, venuto al fine de la sua penitenzia, si raccordò del suo errore e venneli ne la mente ciò che minaccia la santa Scrittura a chi incomincia e non persevera, e chi si lassa ingannare e va errando; e di questo impauritte sì, che era per cadere in desperazione; ma appresso si raccordò, ovvero che li angiuli li raccordonno, la parola de la santa Scrittura che conforta che si dè avere speransa ne la misericordia di Dio, e per questo, rinvigorito e riscaldato, ebbe contrizione e dolore del suo peccato. E così insegna ai lettori come si debeno cessare da la disfidenzia et arrecarsi a la fidansa d’Iddio.
C. XXX— v. 100-108. In questi tre ternari finge l’autore come continuò Beatrice lo suo parlare aspro contra di lui, parlando delli angiuli in terzia3 persona, dicendo così: Ella; cioè Beatrice, pur ferma in su la detta coscia Del carro stando; cioè stando in su la sinistra coscia de la Chiesa, che è la parte punitiva de la iustizia, come ditto fu di sopra; cioè arrecandosi Dante a la memoria la santa Scrittura pure, secondo la parte punitiva de la iustizia, a le sustanzie pie; cioè a li angiuli che aveano più ditto, mostrando compassione e dando speransa a Dante, che se avesseno ripreso la rigidità del suo parlare, e però ben si conviene loro questo adiettivo pie, cioè pietose: pietoso è chi à compassione all’appenato, Volse le suoe parole così poscia; cioè, poi che ebbeno cantato le parole ditte di sopra, incominciò a parlare inverso loro, di me Dante e fece questa insinuazione che seguita; et è insinuazione latente esordio, nel quale s’induce una cosa per una altra, e però qui s’induce persona per persona;