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p u r g a t o r i o x x x . |
[v. 52-69] |
ditto è di sopra; cioè che Dante significa la sensualità, che sempre ministra a la ragione et a lo intelletto, e però bene si li conviene questo nome Dante; e Virgilio significa la ragione superiore et inferiore di Dante, che dè signoreggiare, reggere e dirissare la volontà che non consenta a la sensualità, e però ben si li conviene questo nome Virgilio; cioè Virga lilii: imperò che la ragione dè sempre stare diritta come la virga del gillio, cioè lo gambo, e sempre dè essere vigoroso come lo gambo del gillio che grande tempo sta verde; e Stazio significa lo intelletto, che guida la volontà e la sensualità per quelle cose che con ragione non si possano comprendere, e però bene si li conviene questo nome Stazio, cioè stante iudicio; Statius, id est stans ius; cioè stante iudicio; e per mostrare questo fu necessario che qui si rigistrasse lo nome di Dante, per dare ad intendere chi era questo Virgilio che avea guidato Dante infine a qui, e che ora si partia da lui, e per la partensa del quale Dante piangea; ancora era necessario che lo nome dell’autore, che significa la sensualità ne la quale s’intende lo1 intelletto, cioè la volontà respettiva, de la quale fu detto di sopra, qui si rigistrasse e nominasse: imperò che a lui convenia piangere li suoi peccati et avere la generale contrizione di tutti li suoi peccati, e specialmente d’avere lassato la vita più virtuosa per la meno virtuosa, la quale solo si conviene a la sensualità insieme col talento: imperò che la ragione non può mai consentire al vizio, se non è ingannata de la sensualità col talento, e però a la sensualità col talento si conviene la contrizione e ’l piangere, la quale àe indutto lo peccato; e per queste ragioni appare che qui di necessità si rigistra questo nome Dante e non altro, se non ne l’ultima cantica nel canto xxvi. Tutto che ’l vel; cioè ben che ’l velo, del quale fu ditto di sopra che avea in capo, che li scendea di testa; dice: imperò che di capo li scendea giù per le gote et insù le spalle e poi infine ai piedi, a denotare che la fede velava tutta la prima parte de la s. Scrittura, prima, e poi tutta la s. Scrittura, Cerchiato; cioè lo detto velo, de la fronde di Minerva; cioè di fronde d’ulivo lo quale è consecrato a Minerva, che è la dia de la sapienzia, secondo li Poeti, et è interpretata immortale: imperò che la sapienzia è immortale et a lei è consecrato l’ulivo che è segno di pace: imperò ch’ella lo produsse, percotendo la terra co la punta de la sua asta: la sapienzia è sempre armata incontra tutte le persecuzioni e tentazioni e sempre produce pace; e però finge, come ditto è di sopra, che la Teologia sia coronata lo capo d’ulivo, a denotare ch’ella è adornata2 di sapienzia e de la pace produtta da essa sapienzia, et è vittoriosa d’ogni cosa avversa, et però porta ancora l’ulivo in
- ↑ C. M. lo talento
- ↑ C. M. ornata