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736 | p u r g a t o r i o x x x . | [v. 52-69] |
avuto a Beatrice. Ma Virgilio n’avea; cioè noi avea, lassati scemi Di sè; cioè privati di sè: imperò che s’era ito via et era rimaso Dante con Stazio; e questo finge per la ragione ditta di sopra: imperò che ingiummai sono a trattare sentenzie, che per ragione non si possano provare; ma sì coll’intelletto comprendere, Virgilio, dolcissimo padre: secondo la lettera, dolce fu lo studio di Virgilio a l’autore et ammaestratore e correttore, come è lo padre del filliuolo; e secondo l’allegoria, nessuna cosa è tanto dolce quanto è la ragione, a cui per mia salute die’mi; cioè io Dante; e questo anco si può intendere secondo la lettera e secondo l’allegoria: imperò che al poema di Virgilio Dante si diede a volere seguitarlo, ponendo la punizione dei peccati e la purgazione, arrecandole et accostandole a la nostra fede quanto à potuto co la poesi, et a la ragione; anco si diede seguitando lo iudicio de la ragione ne le preditte cose finte da lui, le quali sono state cagione de la sua salute e salvazione.
C. XXX — v. 52-69. In questi sei ternari lo nostro autore finge come elli pianse per la partensa di Virgilio; e come Beatrice di ciò l’ammonisce, dicendo così: Nè quantunqua perdè l’antica madre; cioè tutto ciò di diletto e di piacere che era in quello paradiso, lo quale Eva, prima nostra madre, perdette per la sua disobedienzia, Valse a le guance; cioè mie, dice Dante, nette di rugiada: imperò che in quello luogo non cade rugiada, come è stato ditto di sopra, sicchè se erano bagnate, di lagrime conveniano essere bagnate, Che lagrimando non tornasser adre; cioè aspre le ditte guance per le lagrime, che su vi fioccavano. Dante, perchè Virgilio se ne vada; ecco che finge che Beatrice lo chiami per nome, e parlandoli l’ammonisca dicendoli: perchè Virgilio se ne vada; cioè si parta da te, cioè lo poetico modo del parlare di Virgilio che tu ài seguitato in fine a qui, lo quale non puoi seguire da quinci inanti, perchè la materia richiede altro modo: imperò che richiede di seguire la s. Scrittura, Non pianger anco; tu, Dante, non pianger ancora: imperò che altra maggior cagione fi’ quella che ti farà piangere; e però adiunge: Chè pianger ti convien; cioè a te Dante, per altra spada; cioè per altro colpo di iustizia che per questo: iusta cosa è che quive, dove la ragione non vale e non può comprendere, ella se ne vada e lassi fare a lo intelletto et a la sensualità. Et adiunge una similitudine, dicendo: Quasi ammirallio: ammirallio è nome d’officio, chiamasi ammirallio lo capitano de le galee in mare quando n’à sotto di sè da 25 insù, e dicesi ammirallio perchè dè ragguardare e provedere sopra tutto le stato, che ’n poppa et in prora; cioè lo quale viene insù la poppa et insù la prora, et avvisa lo stolo di su la poppa e di su la prora: la poppa è l’ultima parte de la galea, e la prora è la prima parte, e sono più alte che l’altre parti de la galea; e però l’ammirallio sta