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[v. 37-51] | c o m m e n t o | 735 |
era privato, di stupor; cioè di meravillia; anco fortemente si meravillia, tremando; cioè non avendo paura; ma perchè l’amore sta nel cuore, e lo cuore n’à passione, lo sangue corre da le vene al cuore per soccorrere lo cuore, e per lo discorso del sangne lo corpo trema.
C. XXX — v. 37-51. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come, per virtù ispirata da la ditta donna, cessò lo stupore e venne in notizia di lei; e come Virgilio si partitte da lei, dicendo così: Senza dalli occhi; cioè miei, ch’erano diventati stupidi, aver più cognoscenza; ch’io avesse avuto infine a quive, Per occulta virtù; e per questo intende la grazia preveniente, che occultamente viene, che; cioè la quale, da lei mosse; cioè da la ditta donna si mosse, D’antiquo amor; cioè de l’amore, ch’io li avea avuto infine ne la mia puerizia, senti la gran potenza; cioè io Dante. Tosto; cioè altresì tosto, cioè incontenente, che ne la vista; cioè mia, secondo la lettera, corporale; ma, secondo l’allegoria, s’intende intellettuale, mi percosse L’alta virtù; cioè la grazia preveniente, secondo l’allegoria, la quale si dice alta, perchè viene da alto; cioè da Dio: secondo la lettera s’intende l’eccellente virtù che è ne la s. Teologia, che; cioè la quale virtù, già m’avea trafitto; cioè m’avea ferito lo cuore: imperò che m’avea di sè inamorato, Prima ch’io fuor di puerizia fosse; cioè inanti ch’io Dante avesse passato la puerizia, che si finisce al xiiii anno; e per questo appare che ’l nostro autore infine quando era garsone s’inamorasse de la s. Scrittura; e questo credo che fusse quando si fece frate dell’ordine di s. Francesco, del quale uscitte inanti che facesse professione, Volsimi; cioè io Dante, a la sinistra; cioè a la parte manca da la quale li venia Virgilio, e da la parte destra Stazio: Virgilio, com’è ditto, significa la ragione e Stazio lo intelletto; e perchè lo intelletto più dirittamente e più altamente iudica che la ragione, però lo pone dal lato ritto; e perchè la ragione alcuna volta s’inganna, e però finge che fusse da la parte sinistra, con rispitto; cioè con rispetto, Col qual il fantolin; cioè lo fanciullo picculino, corre a la mamma; cioè a la madre, ovvero nutrice, cioè d’essere aiutato da lei, e difeso, Quando à paura; cioè lo ditto fanciullino, o quando elli è afflitto; da alcuna passione, Per dicere a Virgilio; ecco la cagione, per ch’elli dice che si volse: Men che dramma: dramma è uno peso; cioè ottava parte d’una oncia, Di sangue m’è rimaso; cioè a me Dante, che non tremi; cioè per lo movimento dell’amore, che radicalmente sta nel cuore et attualmente nel sangue. Cognosco i segni dell’antica fiamma; questo è ditto di Virgilio nel iiii de l’Eneide, quando induce a parlare Dido a la suore sua Anna, dove elli dice: Agnosco veteris vestigia flammae; e però finge che volesse dire a Virgilio, perch’era sua autorità e viene al suo proposito, che elli cognoscea li segni de l’antiquo amore ch’avea