76Li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte;
Ma veggendomi in esso, i trassi all’erba:
Tanta vergogna mi gravò la fronte.
79Così la madre al fillio par superba,
Com’ella parve a me; perchè d’amaro
Senti’ il sapor de la pietate acerba.
82Ella si tacque, e li angeli cantaro
Di subito: In te, Domine, speravi,
Ma oltra pedes meos non passaro.
85Sì come neve tra le vive travi
Per lo dosso d’Italia si congela,1
Soffiata e stretta per li venti schiavi,2
88Poi liquefatta in sè stessa trapela,
Pur che la terra, che perde ombra, spiri,
Siccom per foco fonde la candela;3
91Così fui senza lagrime e sospiri
Anzi ’l cantar di quei, che notan sempre
Dietro a le note de li eterni giri.4
94Ma poi che ’ntesi nelle dolci tempre
Lor compatir a me, più che se detto5
Avesser: Donna, perchè sì lo stempre?
97Lo giel, che m’era intorno al cuor distretto,6
Spirito et acqua fessi, e con angoscia
Per la bocca e per li occhi uscì del petto.7
100Ella pur ferma in su la detta coscia8
Del carro stando, a le sustanzie pie
Volse le suoe parole così poscia:
- ↑ v. 86. C.A. Per li dossi
- ↑ v. 87. C. A. delli venti
- ↑ v. 90. C. A. Sì che par foco fonder
- ↑ v. 93. C. A. alle rote degli
- ↑ v. 95. C. A. compartire a me, pur come detto
- ↑ v. 97. C. A. al cor ristretto,
- ↑ v. 99. C. A. Dalla bocca e dagli
- ↑ v. 100. C. A. la destra coscia