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p u r g a t o r i o x x i x . |
[v. 151-154] |
venia incontra a lui; e come s’uditte lo tuono che fu segno che la ditta processione si dovesse fermare, e però dice: E quando il carro; questo carro è quello che è stato ditto di sopra, ch’era tirato dal collo del Grifone che significa la sinagoga trasformata in s. Chiesa; la quale lo Griffone, cioè Cristo nostro salvatore, àe tirato con grande sua pena e passione tanto ch’ella è posta nel cospetto d’ogni omo, sicchè ad ogni omo è manifesta, e però dice: mi fu a rimpetto; cioè fu dinanti da me Dante dall’altra parte del fiume; et allegoricamente per questo intende che, poi ch’elli ebbe studiato la Bibbia ordinatamente, come descritta è di sopra, li fu manifesto lo processo tutto de la salute dell’umana specie dal principio del mondo infine a la costituzione de la nuova Chiesa, la quale istituitte lo nostro signore Iesu Cristo, la notizia del quale guidata da li 7 doni de lo Spirito Santo si fa incontra a chiunqua lo vuole considerare, come finge Dante che facesse o veramente che così fece, e così insegna a ciascuno che legge questo suo libro che debbia fare, esercitandosi ne la dottrina di queste cose, sicchè poi possa intendere a la contemplazione di vita eterna: imperò che questa è la via; cioè vedere questa visibile e terreste Ierusalemme; e, veduta questa et intesa pur carnalmente, s’intende poi spiritualmente a contemplare, poi che serà bagnato nel fiume Lete e di quello abbeverato; cioè mondato o lavato da ogni ricordazione e incentivo di peccato; e poi nel fiume Eunoe et ancora di quello abbeverato, sicchè s’accenda in lui l’amore de la virtù e del sommo bene inestinguibile, fatto l’omo sì come angiulo in terra puro et innocente, la celeste Ierusalemme abitando in essa co la mente per grazia mentre che si sta in questa vita, e poi partita l’anima dal corpo per gloria, Un tuon s’udì; cioè da me Dante; questo tuono, che l’autore finge qui, si dè intendere che fusse in quello luogo cosa sopra natura, e fusse segno da Dio dato che la processione si dovesse fermare e dare la volta inverso lo Sole seguendolo: imperò che, come è stato dichiarato di sopra nel canto xxi, dal sommo grado de la scaletta che monta suso al purgatorio in su, non può essere nessuna alterazione d’aire: imperò che quive incomincia la tersa regione dell’aire nel quale non ascendeno vapori umidi, nè secchi, li quali cagionano li tuoni, come dimostra Aristotile ne la sua Metaura: imperò che quando li vapori secchi montano suso, sicchè trovino le nuvule piene di vapori umidi, entrano ne le loro concavità e convertensi in vento; e movendosi dentro a la nuvula cercano escimento e rompono la nuvula, et allora si fa grande suono se il vapore è grande, e se è picculo muovesi dentro ne la nuvula, e fa picculo suono e per tale agitamento si genera lo fuoco alcuna volta e la saetta, et alcuna volta no, secondo la forte e debile resistenzia de le nuvule, e la quan-